Indonesia: lo Stretto di Lembeh
L’Indonesia è il più vasto arcipelago del mondo e le sue 17.000 isole si distendono tra l’Oceano Indiano e il Pacifico, in una vastissima zona di mare da sempre teatro della complessa storia dell’uomo. Il Sulawesi, la Celebes dei navigatori spagnoli e portoghesi, è una di quelle isole, da sempre punto d’incontro tra razze e religioni, terra di spezie e di pirati, approdo della Compagnia delle Indie e dei mercanti provenienti dalla Cina e dal Giappone e in viaggio verso l’India e la lontana Arabia. Oggi il moderno Sulawesi non è più la porta dell’Estremo Oriente ma, soprattutto nello stretto di Lembeh,è una meta di elezione per naturalisti e fotografi subacquei e il turismo è la sua nuova grande ricchezza. Lembeh è un canale che s’insinua tra la terraferma e un’isola da cui prende il nome. Lungo circa 12 km e largo da 200 fino a 1200 metri, è paragonabile a una enorme pass in cui si mescolano le acque del Mar di Celebes con quelle del Mare delle Molucche, creando un habitat particolarmente ricco di vita endemica. Laggiù, infatti, le glaciazioni hanno avuto un’influenza marginale e questa circostanza, unita agli sconvolgimenti delle era geologiche e a particolari condizioni ambientali, ha fatto sì che in questo mare si verificasse più volte un fenomeno di rimescolamento e isolamento delle forme viventi, favorendo la nascita di molte nuove specie senza che si estinguessero quelle già presenti e dando luogo ad una eccezionale biodiversità, in gran parte ancora da studiare. La città più importante dello stretto è Bitung, con circa 120.000 abitanti per la maggioranza cristiani protestanti, che vanta un porto naturale ancora oggi molto attivo e che in passato era un riparo prezioso per tutti quelli che si dirigevano a sud, verso la favolosa Makassar, per commerciare in spezie, stoffe e legnami profumati. Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale, lo stretto fu occupato dai giapponesi e bombardato a lungo dagli aerei americani, che riuscirono ad affondarvi alcune navi, e i caduti di quei giorni furono in seguito ricordati dal governo giapponese con un monumento eretto nel porto di Bitung. Oggi, per fortuna, quegli eventi distruttivi, sono solo un lontano ricordo e i relitti di quelle navi sono ormai trasformati dal colore e dalle molteplici forme di una vita rigogliosa. Ma lo stretto di Lembeh non è soltanto mare, perché le terre che vi si affacciano sono ricoperte da fitte foreste, estese piantagioni di palme da cocco e risaie e, ad ovest, s’innalza l’imponente vulcano Gunung Klabat di 2022 metri, con pareti scoscese e una vetta lontana, raggiungibile solo da chi ha fiato e buone gambe con un trekking di circa 6 ore. Le grandi bellezze naturali del Sulawesi hanno fatto sì che questa terra si affacciasse al terzo millennio con una forte vocazione al turismo, e l’augurio che vogliamo rivolgerle è che il turismo, grande fonte di ricchezza, non la distrugga ma, al contrario, diventi occasione di protezione dell’ambiente e trasformi il suo mare in una palestra di studio e di ricerca per naturalisti, biologi e luogo di meravigliose avventure per tutti i subacquei.
Il Lembeh Resort
Situato sull’isola di Lembeh, circa a metà dello stretto, è stato inaugurato nel dicembre del 2000. Perfettamente immerso nel contesto ambientale, attualmente dispone di 14 spaziosi cottage con ampie verande affacciate sullo stretto, perfette per poter ammirare i bellissimi tramonti del Nord Sulawesi. Le stanze da letto sono dotate di aria condizionata e il bagno annesso è in stile Balinese.In ogni cottage c’è mini bar e cassaforte.
A disposizione dei clienti ci sono piscina, ristorante bar, libreria, sala video con TV satellitare, shop center, servizio massaggi, accesso ad internet e servizio di lavanderia
Notizie dettagliate si possono avere navigando all’interno del sito www.lembehresort.com, sia per quanto riguarda i prezzi, i tours e le attività e le immersioni.
A noi interessa soprattutto mettere in risalto la professionalità e l’entusiasmo con cui Johan e Kat, responsabili del diving, si mettono a disposizione affinché tutto sia organizzato al meglio. Il diving dispone di una stanza attrezzata dove si possono lasciare le attrezzature fotografiche, ricaricare i flash e gestire la normale manutenzione necessaria dopo ogni immersione. Abbiamo chiesto a Ronald, che assieme ad Abner lavorano come guide dall’apertura del Resort, come abbia potuto approfondire la propria esperienza. Ci ha risposto che la sua esperienza è iniziata nel 1996 al Kungkungan Bay Resort e tutto o quasi quello che ha appreso lo deve a Larry Smith, un mito nel mondo dei “critters”. Tutti i più esperti hanno iniziato con Larry, poi a poco a poco hanno approfondito le loro conoscenze studiando habitat, abitudini, caratteristiche di questo particolare mondo. I più giovani hanno frequentato corsi di biologia marina a Manado e grazie agli insegnamenti dei più esperti non tarderanno ad essere responsabilizzati come guide principali.
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